Chiesa di S.Martino – Castello – Venezia

l’ odierno fabbricato fu iniziato, con la metà del’ 500, su modello di Jacopo Sansovino.

Sul fianco della Chiesa: oratorio della scuola di S .Martino, sopra la porta:rilievo :San Martino che dona il mantello al povero (princ. sec.XV) entro contorno marmoreo più tardo, dat. 1538.

l’interno , su pianta quadrata, ha due cappelle ad ogni ancolo, e presbiterio con soffitto a volta; decorazione parietale a finti stucchi, rinnovata nel sec. XVIII; il soffitto piano affrescato,con prospettive architettoniche di Domenico Bruni  rimodernate da Franc. Zanchi. è ornato nel mezzo con: Gloria di S.Martino , dipinto tiepolesco di Jacopo Guarana (sec.XVIII) ; di lui sono anche gli affreschi delle maggiori arcate.

Sul parapetto dell’organo :Cena di Cristo, di Girolamo da Santacroce (firm. 1549), entro corniciatura secentesca e due grandi angeli sorreggenti il dipinto. A destra sul primo altare pala, deperita, di Giovanni Segala: Santa Cecilia e S.Lorenzo Giustiniani; nel mezzo della parte laterale  Monumento funebre del Doge Francesco Erizzo (Venezia, 18 febbraio 1566 – Venezia, 3 gennaio 1646) , fatto erigere lui vivente, nel 1633, dall’archittetto scultore trentino MATTEO CARNERO (?) .

Accanto al terzo altare, appesa alla porta picco pala: Cristo Risolto, di  Girolamo da Santacroce (firm.).

Il Presbiterio è rivestito di affreschi di Fabio Canal, che raffigurò, entro larghi motivi decorativi, nei due comparti alle pareti, Il Sacrificio di Abramo  e Il Sarificio di Melchisadec, e, nella volta, La Gloriadel Sacramento.

L’altare maggiore , isolato, ha su tre lati del Tabernacolo marmoreo tre piccole tele di Jacopo Palma il Giovane co angeli recanti i segni della Passione ; dello stesso le tue tele nel piccolo Coro retrostante Cristo flagellato e Cristo condotto al Calvario tale ormai illeggibili.

Sul lato sinistro, in fianco al Pulpito, eretto nel 1752 opera del prete Sebastiano Menessali, notasi l’altarino lombardesco, ora adattato a Battistero, la cui mensa sorretta da quattro Angeli è resto dell’opera fatta per la Chiesa del S.Sepolcro da Tullio Lombardo (1484 ? )ad imitazione del S.Sepolcro di Gerusalemme, per contener sacre reliquie.

Indirizzo: Campo S. Martin (Fondamenta di Fronte), 30122, Venezia

Chiesa di San Pietro di Castello

La Cattedrale di Venezia fino al 1807, quando il titolo passò a S.Marco.

IMG_0311Quindi esisteva, fin dal VII sec., una Chiesa dedicata ai Santi Sergio e Bacco, rifabbricata poi, sembra,dal Vescovo Magno in onore di S.Pietro, che dal nome dell’isola fu detta di Castello; dopo varie ricostruzioni, un totale rifacimento dell’edificio fu ideato, ma non eseguito, ai tempi del Patriarca Vincenzo Diedo, su modello di Andrea Palladio, e iniziato solo invece con l’elezione della FACCIATA, da SMERALDI FRANCESCO (DETTO IL FRACÀ), nel 1595: l’architettura di tipo palladiano ricorda nell’insieme quella del Redentore alla Giudecca. La Chiesa fu colpita due volte da bombe incendiarie che danneggiarono la cupola brucandone la lanterna, durante la Guerra 1915-18.

L’interno,iniziato nel 1619, essendo patriarca Giovanni Tiepolo, ed eretto su tipo

palladiano da Girolamo Grapiglia, è a croce latina, a tre navate, con grandiosa cupola all’incrocio del transetto, e profondo presbiterio affiancato da due cappelle laterali.

Partendo dall’ingresso:

sopra la porta centrale : S.Giorgio che uccide il drago, replica del dipinto di Marco Basaiti, pittore belliniano (princ. XVI sec), esistente alle Gallerie dell’Accademia. Ai lati, ripiegati sui pilastri, si notano a destra  Cena della Pasqua ebraica dipinto iniziato da Pietro Malombra e terminato da Antonio Vassilacchi, l’Aliense fine (XVI- princ. XVII sec.); a sinistra Cena in casa di Simone: scuola veneziana fine XVI secolo, firmato da un Jacopo Beltrame.

Ph-GhezzoClaudio-Castello-Chiesa-0316

Sopra la porta Laterale di Destra :urna sepolcrale del procuratore Filippo Correr, fratello di papa Gregorio XII (1417) : il “cassone” pensile, su cui è stesa la figura del defunto, è ornato nel prospetto da mezze figure di Virtù entro eleganti cornici polilobate (arte gotica prima metà XV sec.)

navata destra I Altare: barocco,proveniente dalla chiesa del Corpus Domini: il Crocefisso marmoreo,settecentesco, attribuito ad Orazio Marinelli o a jacopo Spada, proviene dalla chiesa delle Vergini.

La cattedra marmorea, detta di San Pietro, che dicesi usata dal santo in Antiochia, ha dossale formato da una stele funeraria di arte mussulmana, dedicata da ambo le parti con motivi arabi e versetti del Corano; fu poi adattata a seggio, forse nel XIII sec.

Ph-GhezzoClaudio-Castello-Chiesa-0313III Altare il dipinto adattato a pala  e rimaneggiato nel’800: San Pietro in cattedra fra quattro santi , è opera di Marco Bassaiti, del XVI sec.

IV Altare ai lati dell’Altare i Busti di Franceco ed Elena Morosini, qui sepolta, attribuita a Clemente Moli (Sec. XVII).

Cappella a destra della maggiore: la volta a stucchi è ornata di affreschi, opera attribuite al seicentista Pietro Ricchi; alla parte destra il castigo dei serpenti,di Pietro Liberi (sec.XVII): alla parte sinistra Adorazione dei Re Magi, buon dipinto di Pietro Ricchi, il Lucchese (sec. XVII): Presbiterio:L’altare isolato,imponente,fu iniziato nel 1649 per voto del senato, su disegno di Baldassarre Longhena, esecutore Clemente Moli.bolognese,autore della statua del S.Lorenzo Giustigniani su l’urna,anche delle numerose Statue dei Santi e di Virtù, con la collaborazione di Francesco Cavrioli negli Angeli che sostengono l’Urna del Santo. (Ivanoff,1948); qui è consacrato il copo del Santo, primo Patriarca di Venezia (1456, canonizzato nel 1690), che la Signoria si recava ogni anno a visitare, agli 8 di gennaio, a ricordo della liberazione di Venezia dalla peste del 1630.Gli affreschi del Catino dell’abside: S. Lorenzo in gloria, sono opere di Gerolamo Pellegrini, romano (sec.XVIII).

 Alla Parte laterale di Destra: S. Lorenzo implora l’aiuto divino per la liberazione di Venezia dalla peste del 1447, di Antonio Bellucci (fine XVII sec.): Tela grandiosa per vasta concezione d’insieme, e per forza di colore: pittura di quella corrente che fa capo a Sebastiano Ricci e che alla fine del ‘600 già preannunciava l’avvento  dell’arte nuova del ‘700. Serve di fondo alla lugubre scena di peste il Rio  dei Carmini. Sull’ opposta Parte San Lorenzo che largisce elemosina ai poveri, una della migliori opere di Gregorio Lazzarini (1691), pittore freddo e convenzionale.

CAPPELLA A SINISTRA DELLA MAGGIORE sull’ altare grande Croce lignea col Crocefisso, la Vergine, S. Giovanni ed un Angelo , in rame sbalzato, lavoro del XIV sec., proveniente dalla Chiesa delle Vergini.

Sulla Navata Sinistra: Ricordo funebre col Ritratto del Padre Alvise Segredo (1742). CAPPELLA IN ONORE DEL CARDINALE FRANCESCO VENDRAMIN (1605 – 1619), costruita nella II metà del ‘600, su progetto di Baldassarre Longhena, tutta rivestita di macchinose sculture. La Pala d’altare : La vergine col Putto e la Anime purganti, uno dei più pregevoli dipinti di Luca Giordano (sec.XVII). Nel coro centrale della cappella sono disposte alle pareti sculture barocche, in gran parte opere del seicentista Michele Ungaro e Collaboratori  a destra Papa Paolo V impone il cappello cardinalizio a Francesco Vendramin; dello stesso sono le quattro Statue allegoriche nelle nicchie. Di un collaboratore è il rilievo, in faccia al piano: La Croce retta dagli Angeli in gloria, e ai lati quattro figure allegoriche. Tornati alla Navata di Sinistra in fianco, a sinistra S. Giovanni Evangelista, S.Pietro e S. Paolo, tarda opera di Paolo Veronese, eseguita per l’altare del Patriarca Trevisan costruito nel 1588, il restauro (1941) conferma sicuramente l’attribuzione al Veronese. Segue,sulla par.: Orazione nell’Orto, Scuola di Paolo Veronese. Cappella Lando, eretta dal Vescovo Marco Lando, detta d’ognissanti,costruzione gotica (1425) sull’altare Tutti i Santi, pala in mosaico di Arminio Zuccato (1570), su cartone, dicesi, di Jacopo Tintoretto adatta a paliotto, è una transenna marmorea, veneto-bizantina (sec IX); sul piano dei gradini, incastonato, vedesi un Mosaico decorativo, di arte romana (II sec d. C.), recentemente attribuzione VII-IX sec. Mortari 1949). Addossate alla par.stanno due colonne con capitello di di stile veneto-bizzantino (XI sec.), avanzi forse dell’antico Battistero, di cui esistono tracce nell’attiguo ex Palazzo Patriarcale;fra le due colonne Busto di S. Lorenzo Giustignani nobile scultura prossima all’Arte di Antonio Rizzo (2° metà XV sec.) . I Altare provenente dalla chiesa del Corpus Domini; La vergine Concetta, statu di G.M. Morleiter (sec. XVIII), proveniente dalla Scuola della Carità. II Altare: Pala , Martirio di S.Giovanni Evangelista, attribuita al Tizianello o ad Alessandro Varottari, il Padovano ( princ. XVII sec.), deturpata da restauri.

Il Campanile di San Pietro di Castello

Il Campanile Quadrato a Blocchi in pietra istriana, fu  quasi del tutto rifabbricato, in luogo del precedente, da Mauro Coducci tra il 1482 e il 1488: pur privo della caratteristica cupola terminale, demolita nel 1670, e sostituita da un tiburio poligonale, è costruzione notevole per il complesso maestoso e ben proporzionato.

S.Pietro di Castello – L'isola di Olivolo

In quest’isola, ora ridotta a campo vasto e solitario, collocata agli estremi limiti della città, dietro a cui si apre il Porto di Lido, vissero genti che furono fra le prime a formare l’antichissima confederazione delle Isole dell’Estuario, quando Venezia città non era ancora costituita. Chiamavasi quest’isola “Olivolo”, secondo alcuni, dagli oliveti che vi fiorivano,secondo altri per la sua forma simile ad uliva;ma fu detta anche “Castello”,da un castello che i primi veneti vi avrebbero costruito o vi trovarono,per la loro difesa.

Ph-GhezzoClaudio-Castello-Chiesa-0320

Nucleo già importante, anche quando nel IX sec. partecipò con le altre isole Realtine alla formazione di Venezia, essa fu in seguito il centro massimo della vita religiosa della laguna.

Qui ebbe sede il primo Vescovo delle popolazioni Veneziane col titolo di Vescovo Olivolese, di poi chiamato, dal 1091, Vescovo Castellano; sottoposto per secoli al Patriarca di Grado, le due cariche furono unite in una sola nel 1451, quando papa Nicolò V investi del titolo e dell’autorità di Patriarca di Venezia  il vecchio Vescovo Lorenzo Giustiniani, di poi santificato; con lui ha iniziato la serie dei Patriarchi della nostra città.

Il Palazzo Partiarcale, del 1807 Caserma, oggi si presenta nel suo insieme, come costruzione della fine del ‘500, sebbene nell’interno si conserva vestiglia architettoniche di stile venetobizzantino (XI-XII sec.). Sopra la porta principale lo Stemma del Patriarca Lorenzo Priuli (1591-1601).